Concept
Bethel ci narra di una vita sconvolta da un'esperienza mistica, in cui amore e spiritualità vanno di pari passo.
Un enigmatico sogno che trascina tanto la protagonista quanto l'autrice stessa in un vortice che tende alla scoperta di sé. Una scoperta che trova nell'amore la sua irrinunciabile guida e ispirazione.
Una rivelazione che ci esorta ad assaporare la vita nelle sue componenti più sottili, riscoprendo la profondità e l'unicità dell'uomo.
Interviste
Blog 'Mi piace scrivere':
intervista di Maria Cristina Buoso
Magazine 'Cinque Colonne':
intervista di Francesca Amore
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intervista di Tommaso Sibilia
Blog 'Il Circolo Fozio':
intervista di Beniamino Malavasi
Portale 'ICrewplay':
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Blog 'La Penna Sognante':
intervista di Roberta De Tomi
Blog 'Giorni di maggio':
intervista di Massimo Starita
Blog 'Il Salotto letterario':
intervista di Caterina Franciosi
Presente su Facebook:
intervista di Gabriella Nicola
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Genesi
Oltre l'Abisso è è un romanzo onirico scritto da Elisabetta Tagliati. E' la fedele trasposizione in testo di un sogno che si è progressivamente dipanato per 3 mesi.
E' ambientato nel periodo dei celti sulle montagne italiane ed ha un profondo risvolto spirituale.
Il romanzo è edito da Pluriversum Edizioni.
Visita la scheda del romanzo.
Il primo capitolo è stato ispirazione di un'Opera Rock.
Illustrazione di Lanfranco (Frillo) Bassi.
Contatti
Di Riccardo Lonardi - La Voce di Mantova 09-12-2020
Acquista su Amazon: libro e ebook
Foto di Mihail Sotir
Recensioni pubblicate
La Penna Sognante:
Roberta De Tomi
Mondo TV - Il Paradiso dei Lettori:
Mattia Cattaneo
Un Cuscino di Parole:
Claudia Simonelli
L'Alcova Letteraria:
Salvatore Amato
ilcircolofozio.altervista.org:
Beniamino Malavasi
Libri e recensioni.com:
Angelarosa Weiler
Kalende:
Serena Careddu
Noi amanti della lettura:
Riccardo Lorenzin
Il Salotto Letterario:
Caterina Franciosi
ICrewplay.com:
Stefano Buzzi
Il Mondo di Crimy:
Cristina Tagliente
Oltre l'Abisso Official Trailer
Il Salotto di Antonella Balzi
Oltre l'Abisso alla libreria esoterica Ibis di Bologna (con Christian Tarantino)
Oltre l'Abisso alla biblioteca Baratta di Mantova (con Christian Tarantino e Perry Magnani)
Frammenti della Presentazione Musicale
Antenna Uno a Libri In Piazza (Rivoli)
Recensioni
Francesca Enrew
(Autrice, Dalla Stella alla Terra Blog)
La consapevolezza rassicurante dei rituali, la calma apparente di una ricerca discreta ma inarrestabile verso un ideale, oltre qualcosa che ancora non si è visto. Questo libro dai modi poetici e delicati, è una finestra di introspezione appassionata e appassionante, ambientata in un mondo magico che rende il racconto intenso e affascinante.
I personaggi sono descritti attraverso le loro emozioni e scavano dentro sé, scavano e svelano una fragilità e un vigore che attraverso il tempo manifestano al lettore il vero centro della storia: amore senza limiti. Affrontano inquietudini e metamorfosi faticose da afferrare che prendono significato pagina dopo pagina. Questo libro è un caleidoscopio di emozioni e contrasti, a volte estreme e perfino molto scomode. Ci si sente spesso sospesi come se si entrasse in una dimensione onirica, in un sogno che non ti lascia indifferente, ti travolge e ti sorprende ma, alla fine si rivela una lettura della vita reale, molto lucida e intelligente.
“Tutt’ora serbo in cuore quella domanda. Forse è destino che alcuni quesiti per noi cruciali non vengano mai svelati. Forse semplicemente non abbiamo fatto le scelte che ci hanno permesso di rivelarli. Forse siamo passati di fianco a qualcuno che inconsapevolmente deteneva la chiave del nostro interrogativo ed entrambi abbiamo continuato per la nostra strada. Un fugace sguardo magari, un’ombra di stupore, poi la quotidianità ci ha strappati alla realizzazione."
Recensioni Matte
(Instagram)
Che dire di questo libro. Mi ha sorpresa molto! Completamente diverso da quello che mi aspettavo forse, ma non per questo meno bello o interessante. Ci ho messo un po' per leggerlo perché sono ancora in ferie, ma un po' anche perché più di una volta sono dovuta tornare indietro di qualche pagina e rileggere nomi e luoghi e correre alle ultime pagine per vederne il significato.
La fine..beh, la fine mi ha lasciato un po' un senso di rilassamento, più o meno, non so bene come spiegarlo ma so che mi è piaciuto molto.
Vincenzo Todesco
(regista, attore, scrittore)
Vivere senza passione è come morire. Ma più lentamente.
Così la scrittrice Elisabetta Tagliati ci avverte: “Oltre l’abisso” è storia di passione, di energia vitale, di coraggio e di scelte estreme, e necessarie.
E’ storia di dèi, degli dèi che ci abitano, che ci chiamano e ci sfidano, alla cui voce spesso non rispondiamo.
Entriamo, curiosi e sospesi, nel territorio di Bethel, giovane donna capoclan di una tribù celtica, all’apparenza fuori dal tempo, ma che nella sua essenza innerva da sempre la condizione umana. E la storia si snoda, attraverso vicende magiche e grandiose e private e dolorose e esaltanti, a segnare il percorso di una donna che non arretra di fronte alla necessità interiore di riconoscere se stessa, e di affrontarne le conseguenze anche durissime.
Un viaggio di conoscenza e di scelta, appunto, eterno nella sua essenza.
La vicenda di Bethel e Makena e Vessagh si sviluppa all’interno di potenti immagini dei miti del Nord, e perde così ogni carattere di immediata riconoscibilità “quotidiana” (la moglie, il marito, l’amante) per assurgere a simbolo di forze erotiche che sono la vita stessa sulla terra e che sovrastano di gran tratto i protagonisti umani.
Il sogno e la visione sono gli strumenti della narrazione, e tale scelta aiuta ad entrare in una atmosfera eccitata, estrema, dove la persona viene guidata suo malgrado da forze potenti ed oscure.
Molti sono i colpi di scena, e belle le svolte narrative, e la scrittura è avvolgente, leggermente straniata, in sintonia con l’ambiente evocato.
Un lavoro frutto di un approfondito studio di documenti e di attenta selezione, un lavoro frutto di una adesione profonda ad un mondo di acque, fuoco, natura, pioggia, vento, riti e magie.
Sottotraccia, forse inconsapevolmente, l’universo mitico del grande libro di Frazier, “Il ramo d’oro”.
Un esordio interessante, e ci si augura che la capacità visionaria della scrittrice possa produrre altri frutti narrativi.
Elisa Tosti
(Autrice, blogger ilibridieeli)
Questo romanzo, di difficile categorizzazione a mio avviso ma che sfiora i toni del fantasy e del romanzo storico, è ambientato in un lontano periodo celtico del quale riviviamo le usanze attraverso la narrazione in pima persona di Bethel. La protagonista è la capoclan dei Tallach, un popolo in cui regna il rispetto per i giusti, la serenità e la pace più assoluta. L’esistenza della donna è sancita dalle emozioni, nel labile confine tra sogno e realtà, dimensione divina e terrena, amore e tradimento, purezza e peccato, gioia e dolore. I luoghi, abilmente descritti da una penna che mi ha lasciata a bocca aperta in più di un’occasione, sono intrisi di energia e spiritualità e portano con sé una presenza costante: la Natura, unica fonte di purezza e amore. Il titolo racchiude tantissimi significati e credo che solo l’autrice stessa sia in grado di coglierli tutti Io lo interpreto come il salto dalla rupe che cambierà per sempre le sorti della protagonista, la profondità dell’acqua dalla quale lei emerge senza alcuna lesione, la potenza del druido Vessagh che rende la vita di Bethel insostenibile e magnifica allo stesso tempo, ma anche la distanza che inevitabilmente si pone tra lei e il suo amato Makena e infine i momenti in cui il tempo si ferma e rende tutto immobile, acqua inclusa. Curiosità: il racconto è frutto di un sogno dell’autrice che risale a marzo 2018 in cui si ritrovava a svolgere il ruolo di capoclan, vestita con un lungo abito blu/verde. La stesura del romanzo è stata preceduta da numerose visite di luoghi in cui la presenza celtica è ormai attestata. Grazie di cuore a Elisabetta Tagliati per avermi regalato questa copia del tuo romanzo. Questi sono i regali che amo. Scrivere la recensione ascoltando l’Opera rock di 𝑂𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑙’𝑎𝑏𝑖𝑠𝑠𝑜 è ancora più emozionante! Concludo invitando tutti voi Oltre l’abisso, non ve ne pentirete.
Recensioni
Claudia Pellegrini
(autrice, blogger di Septemliterary)
“C’era stato un tempo in cui il druidismo era stato un’ancora di salvezza e conoscenza per i popoli”.
Oltre l’Abisso è un romanzo onirico. Lo specifica l’autrice stessa, la quale è stata protagonista di un lungo sogno nel quale vestiva i panni di una capoclan in un insediamento celta nei pressi di Arco e del lago di Tenno.
Cominciamo subito con lo specificare che, seppur di sogno si stratta, non è certo frutto dell’immaginazione il fatto che nella zona del Basso Garda ci siano stati per davvero degli insediamenti celtici poiché ne abbiamo chiare tracce.
La storia inizia nel periodo estivo, più precisamente ad agosto, durante la festa di Lughnasadh, quando l’estate è ormai al suo culmine e si avvia verso la sua fase calante, evento di una certa importanza all’interno delle comunità celtiche che prevedeva riunioni tra clan diversi, gare di atletica, esibizioni varie di artisti, celebrazioni di matrimoni e molte altre attività conviviali.
Bethel, nonostante la giovane età è la capoclan della sua tribù. Suo compito specifico è garantire il benessere del gruppo a lei affidato e badare che le leggi degli Dei vengano rispettate.
“Io seguivo le regole della mia educazione, pregando nella solitudine del mio cuore. Non vedevo un senso nel forzare persone a inchinarsi a un dio senza la giusta propensione. Fu così che, liberati da tutti i piccoli rituali, la tribù iniziò a osservare le festività esclusivamente come momenti ricreativi e non privi di piccoli eccessi”.
Agli Dei però questa visione troppo moderna dell’antico culto non piace, per questo motivo chiedono pegno, e chi deve pagarlo sarà proprio Bethel. Durante la festa infatti la donna si allontana dal gruppo e si ritrova ai piedi di un’alta scogliera. Ha ricordi frammentari di ciò che è accaduto, ciò di cui è certa è che a gettarla giù dalla scogliera è stato Vessagh, un potente Druido anche lui presente ai festeggiamenti, famoso per essere un potente stregone. Perché l’ha gettata giù da una rupe? Ha tentato forse di violarla per poi eliminarne le tracce? Ha compiuto uno strano rito avvalendosi del suo corpo? Niente di tutto ciò, Vessagh è semplicemente il veicolo con il quale si avvererà una profezia che accompagna Bethel dalla nascita: diventerà la madre di un semidio.
Da questo momento in poi la vita di Bethel, che fino a quella fatidica festa di Lughnasadh scorreva placidamente, inizia a complicarsi pericolosamente in seguito all’incontro fatale con Vessagh e al conseguente salto a due compiuto dalla rupe sacra:
“Ecco l’alba di una nuova e sacra Era della quale tu sei la portatrice”.
Il Druido non solo le darà un figlio, minando come è ovvio il rapporto con il compagno Makena e la sua reputazione agli occhi del clan, ma la legherà a sé in uno strano rapporto di co-dipendenza che potremmo definire tossico. Entrambi non riescono a fare a meno l’uno dell’altra, si allontanano e si riavvicinano a più riprese negli anni successivi, e sempre e comunque durante la festa di Lughnasadh:
“Lo desideravo, lo amavo, eppure così risolutamente lo avevo sempre rifiutato: cosa mi forzava ad andare contro i miei desideri? Nulla ha importanza per gli uomini se non i loro desideri”.
Dall’incontro con Vessagh scaturiscono anche diversi poteri e acquisizioni magico-ritualistiche legate alla comprensione sempre più approfondita della Natura. Bethel, già avvezza ad avere un rapporto stretto con il non tangibile, diventa ancora più sensibile ad esso: il sodalizio, se così possiamo definirlo, con il Druido, l’ha influenzata spiritualmente in modo tale da renderla migliore, trasformandola persino in una guaritrice molto rispettata.
Eppure l’influenza di Vessagh non la abbandona mai, fino a portarla ad affrontare il giudizio inclemente dei Druidi che la costringeranno a compiere prove al di fuori delle naturali capacità umane insieme al suo amante. Gli dei li appoggeranno?
Oltre l’Abisso non è solamente un romanzo onirico, che passa dal sogno alla veglia, dalla visione alla realtà, è anche la storia di un amore tormentato, sbagliato, malato, che distrugge tutto ciò che tocca, e questo perché inviso agli Dei che, in questa sede, comandano, guidano e appoggiano o meno le azioni degli uomini.
Prendiamo Vessagh ad esempio. È un Druido molto potente, stimato per le sue capacità spirituali, rispettato e persino temuto, che si lancia da una rupe uscendone illeso, a dimostrazione del suo immenso potere simile (troppo simile) a quello di un Dio. Eppure lanciandosi da quella rupe sacra agli Dei oltre ad accrescere il suo potere spirituale si ritrova invischiato in un legame deleterio che porta chiunque ne viene toccato al tormento e alla distruzione, compreso lui stesso.
“In fondo all’abisso il druido è diventato un Dio, e il Dio si è riscoperto Uomo. La carne l’ha consacrato alla Verità. All’Amore”.
Ma questa è anche la storia della continua lotta tra i nostri due Io, quello esterno e quello interno, quello che ci dice di non saltare nell’Abisso e quello che invece ci esorta a farlo. Cosa è giusto e cosa è invece sbagliato? Bethel lo scoprirà, forse, a sue spese, attraverso una vita di sacrifici, punizioni, isolamenti, contrasti con i figli, ma mai di rimpianti.
Inoltre l’autrice ci presenta dei personaggi altamente realistici, nonostante le loro frequenti incursioni in un mondo, e soprattutto in un’atmosfera mitologica, che di questi tempi abbiamo perso di vista. E tra i vari personaggi che ci propone mi sentirei di annoverare anche la Natura, che non solo muove le gesta dei protagonisti e li rende bramosi di conoscerne ogni segreto per poterla manipolare a loro piacere, ma che scandisce anche le vite del microcosmo nel quale nascono, crescono, si evolvono o meno, e poi muoiono, ritornando a far parte di essa.
“La Natura si può manipolare, ma solo nel Suo rispetto e sotto la sua benigna collaborazione. L’uomo è assoggettato alla Natura e al cosmo, e farà bene a rendersene conto se vorrà salvarsi, anima e corpo”.
Non mi sento di definire Oltre l’Abisso solamente un romanzo storico o un fantasy, opterei più per un’opera che trascende ogni genere e categoria letteraria, è un viaggio un mondo immaginario sì ma molto realistico, un vero e proprio salto in un nero Abisso che però alla fine conserva ben intatta e visibile la sua luce.
Recensioni
Angelarosa Weiler
(autrice, Libri e recensioni.com)
Una lettura che ha suscitato in me emozioni potentissime ad ogni pagina. Sotto le vesti dei personaggi, descritti con cura e con affetto, Io ed Es si confrontano tra loro continuamente. La vita materiale, intrisa del dualismo che esige la compresenza di gioia e dolore, avversione ed attaccamento, bene e male, si misura con la vita spirituale, la sua totalità, il confluire nel Tutto. L’abisso oltre il quale i protagonisti, il druido Vessagh e la capoclan Bethel, sono chiamati ad andare è quello edificato dal sé che ogni creatura vivente si illude di possedere mentre dimora nella dimensione terrena. Il salto simbolico è la riunione degli opposti nell’unità dell’Amore, fonte della Vita. Un’unione imperitura, inscindibile, che non conosce i limiti del tempo e dello spazio. Un abbraccio idilliaco, arduo da concretizzare entro i limiti della materia, ove imperano il personalismo, il giudizio, le regole, le barricate. Tutto ciò di cui facciamo esperienza nella vita sulla terra implica in qualche modo una separazione, ad iniziare dalla distinzione tra il sé ed il mondo oggettuale. Oltre l’abisso, per chi ha il coraggio di affrontarlo, superando la paura del tormento, c’è la ricompensa fornita dall’annullamento di ogni forma di scissione. E’ una realizzazione mistica, liberatrice, ristoratrice, che dona la conoscenza dell’estrema semplicità e profondità della natura del Cosmo.
La trama è estremamente avvincente e, pur nella sua complessità, è strutturata in modo estremamente organico e chiaramente comprensibile dall’inizio alla fine. Situazioni conflittuali, avventurose, drammatiche e laceranti si mescolano con parentesi di amore, passione, devozione e contemplazione estatica. Il tutto inserito in un contesto epico in cui la natura è rispettata come una madre generosa e protettrice. Protagonisti sono i Celti, la loro cultura, la loro religione, le loro usanze, la loro Storia consumata sulle rive del Lago di Garda. Ciò che rende speciale questo racconto, accompagnato da ammalianti descrizioni del paesaggio in cui si collocano le vicende, è la profondità delle emozioni che lo permeano e che coinvolgono il lettore, inducendolo a ripetute riflessioni e ad un lavoro di scavo in quella grande miniera che è la propria interiorità. La postfazione contiene interessanti ragguagli sulla presenza celtica nel territorio gardesano e bresciano, nonché accurate descrizioni dei costumi, dei rituali e dei simboli appartenenti a quel popolo.
La penna di Elisabetta Tagliati ha la capacità di far vibrare le corde dell’anima di chi scorre il suo scritto. Lo stile è ricco ed elaborato, ma al tempo stesso fluido, melodioso e chiaramente comprensibile. L’autrice ha definito questo romanzo con il termine “onirico” ed in effetti, dopo averlo letto, mi sento di affermare che sia l’etichetta “romanzo storico”, sia la sua collocazione nel genere “Fantasy” sarebbero troppo riduttive per un’opera letteraria così toccante, vivida ed espressiva. L’auspicio è quello che altre ispirazioni giungano dal profondo per poter dare un seguito a questo racconto.
Genere: Romanzo Onirico
Valutazione personale: Cinque Stelle
Nacho Perez
(Da Ibs)
Un Fantasy con la F maiuscola questo della Tagliati, e si capiscono le motivazioni, se in copertina c'è scritto: Romanzo onirico e non Fantasy. Perché con questo libro si balza direttamente dal ventre caldo del sogno a una storia ricca di significati, simboli e spiritualità. Infatti, il sogno è il messaggero della protagonista, il sogno non svela; avvisa, non forgia per l'avventura, ma ne da coscienza per affrontarla: così comincia il viaggio tra le montagne, che da scenario diventano parte integrante della storia. Un libro interessante, avvincente e che si legge tutto d'un fiato, nonostante la stazza dell'opera. Credo che questo, anche se si può tranquillamente definire un libro adatto a tutti, potrebbe essere una lettura molto importante per i giovani, poiché è ricco d'insegnamenti senza vestire dell'austerità del precettore, ma donandoli attraverso una storia appagante e coinvolgente.
Elena Vittoria Sinico
(Autrice Il Ritratto)
Che cos'è l'Abisso? Uno sperone di roccia dal quale chi salta, e non muore, guadagna l'eternità... Ma l'Abisso è molto altro. È la voragine che è dentro di noi, che custodisce i nostri segreti, che cela i nostri desideri, che scava le nostre paure. Molti rimangono in superficie, per timore di essere vinti dall'Abisso, mentre la protagonista di questo romanzo onirico, ci si immerge, e il lettore con lei, fino a raggiungere il fondo.
Dopo sarà... Oltre...
Leopoldo Lenza
(Autore La donne delle maree)
Fresco della lettura del romanzo " Oltre l'abisso", di Elisabetta Tagliati, Pluriversum editore, voglio qui dare alcune note assai positive su questo libro.
Attraverso questo romanzo onirico, mi sembra di essere entrato molto in comunione con la sua autrice perché denota una estrema profondità di animo.
È molto più di un semplice romanzo, è un vero messaggio all'umanità.
Attraverso le vicende dì una donna celtica e merce la classica profezia sono attraversate tutte le complessità del sentimento amore.
È un Romanzo molto spirituale che accomuna molto alla natura, è un opera grandiosa che va oltre le mere vicende della protagonista.
Pagina dopo pagina si è pervasi da quei sentimenti che da tempi ancestrali caratterizzano l' essere umano.
Un caloroso invito alla lettura.
Intervista a Cammarata Web TV con Perry Magnani
Intervista a TertuliaWeb condotta da Marilù Murra
Recensioni
Serena Careddu
(autrice, leggi da Kalende)
Un libro meraviglioso
Una scrittura decisa, quella di Elisabetta Tagliati, una penna a inchiostro vivo che defluisce in ampie e colorite espressioni, sempre dettagliate e a tratti poetiche, in cui si concentrano le diverse e articolate tematiche dell’opera. Stiamo parlando di OLTRE L’ABISSO, un romanzo pubblicato nella primavera del 2020 e giunto adesso alla quarta edizione.
Nonostante sia classificato come “onirico”, il testo apre scenari e personaggi realistici, con incursioni nella mitologia celtica che penetra nell’anima e conduce all’incontro di una storia ancora per tanti versi indecifrabile, comunque misteriosa. La fantasia dell’autrice sconfina… va oltre le vicissitudini dei celti, si carica del fascino esoterico e produce protagonisti convincenti che consumano tragedie ed emozioni di cui il mondo odierno non si è mai scollato.
Tali osservazioni offrono gli elementi necessari per considerare l’opera un romanzo non catalogabile nell’unicità stringente di un genere. Men che mai quello fantastico, come apparentemente sembrerebbe dalle ambientazioni e dalla suggestiva cover di Lanfranco Bassi (Frillo).
Le pagine sin dalle prime batture catapultano il lettore tra i fiumi e le strade ben delineate in abitazioni ricoperte da argilla e gesso. Siamo in una civiltà rituale dove domina una religiosità politeista. Si osservano i mortali in un luogo – forse – vicino al cielo, mai sazi della consapevolezza di gestirne le menti e, di conseguenza, le vite.
Elisabetta non si limita a “descrivere Bethel”… la cui dicitura ricorda molto il nome dell’autrice; il personaggio irrompe in tutta la sua dinamica avventura fino a incarnarla e sentirla agitarsi in tutti i turpi pensieri, trascinando la narrazione nei meandri di fin troppo evidenti riferimenti biografici. Conosciamo così un’adolescente ancora bambina per sopportare il lutto causato dalla perdita dei genitori e troppo donna per sottrarsi al ruolo di capo-clan che gli stessi le hanno conferito. La determinazione tipica della giovinezza e l’amore che la ragazza nutre verso il proprio popolo vengono supportate dalla presenza di Makena, una personalità a tratti estrosa, non individualista, suo amico d’infanzia con il quale la protagonista intreccia una relazione non benedetta dagli dèi e appena tollerata dalla gente, intensa e di certo fuori dal comune ma sempre ancorata ai valori della società. Makena è diverso dai suoi simili: terreno e con un basso tono spirituale, s’impegna per i diritti della comunità e non s’interroga sulla volontà degli dèi. È il primo vero ribelle, si muove con un temperamento pacifista rammentando vagamente il frizzante vento del Sessantotto che ha mutato drasticamente il corso del Novecento.
La giovane se ne innamora ma, a mio avviso, l’autrice si appropria di una metafora per rispolverare un lato ancestrale occultato dalle convinzioni comuni. In altre parole, il sentimento che lega Bethel a Makena è di natura paterna, in quanto protettivo piuttosto che passionale come lo sarà per il druido Vessagh.
Le diverse sfaccettature dell’amore vengono espresse dalla penna musicale della scrittrice in un susseguirsi di idee e riflessioni che la giovane protagonista lascia scorrere nella propria mente in una sorta di resa della carne, incontrando infine paradiso e inferno in contesti aberranti e, appunto, onirici.
Il vero amore è passione. Ma non solo. L’amore non conosce routine e matura nel mistero.
La capo-clan spezza il suo cuore e lo divide tra Makena e Vessagh, che verranno colti da gelosie e desiderio di possesso, portando la donna ancora una volta a interrogarsi sul tutto e sul nulla, fino a convincersi che forse la volontà divina è solo immaginazione e la realtà viene determinata dalle proprie convinzioni. Nonostante le circostanze, sempre e comunque di natura sentimentale, passionale e mistica, Bethel finirà per maritarsi con il sacerdote celtico; in alcuni passaggi non si distinguerà chi fra i due uomini sia il marito e chi ricopre il ruolo di amante.
Sacrifici, punizioni, isolamenti accompagneranno Bethel durante la crescita trasformandola in una vedova che ha assistito all’evoluzione della stupidità umana, di come essa possa annullare il valore di una vita in virtù dell’orgoglio e del sentimento di prevaricazione. Significativi i contrasti con i figli.
Bethel ormai stanca e quasi anziana non riesce a frenarne la ribellione e il delirio di onnipotenza che, in una sorta di eredità genetica, essi hanno ricevuto nel proprio plasma.
Amore, speranza, rassegnazione e dolore combattono fino all’ultima riga del romanzo che la Nostra scalfisce con estrema eleganza e femminilità.
Oltre l’abisso racchiude tra le pagine le fragilità e il coraggio delle donne che, tra il peccato e la sacralità, incespicando nei ruoli sociali, riusciranno pur sempre ad allattate e allevare grandi uomini.
Poi c’è una poderosa documentazione e un perspicace lavoro di ricerca, necessari per tratteggiare con maestria il carattere e la fisionomia dei protagonisti, nonché, soprattutto, le ambientazioni che fanno da colonna sonora alle peripezie dei personaggi. Anche per questo, ma non solo per questo, vale la pena di leggere il libro di Elisabetta Tagliati che ha, indubbiamente, le doti e l’audacia per diventare una grande scrittrice. E non solo nei sogni…
Mirca Ferri
(autrice)
"Leggero come una piuma e rigido cone un tronco."
Ho sempre pensato a questo vecchio detto pensando al libro di Elisabetta Tagliati. Riesce a farti entrare in un mondo onirico, surreale ma ben dettagliato, al punto di trovarti immersa nella stessa ambientazione. Ma la vicenda non è una favoletta, tutt'altro, ed eccolo il tronco che s'intrappone nella delicatezza della scrittura legggiadra dell' autrice. Non faccio spoiler ma lo consiglio vivamente.
Anna Vaccari
(traduttrice)
Profondo, trascinante, ti trasporta in un mondo lontano e antico dove però l'umanità è sempre la stessa di oggi, con pregi e difetti. Ognuno di noi può riconoscersi in ogni personaggio nelle sue infinite sfaccettature, tutti sono descritti in modo dettagliato e umano, rendendoceli vicini. Impossibile restare indifferenti alle vicende di Bethel e del clan, tanto che alla fine della lettura sembra quasi di essere entrati a far parte di questa grande "famiglia".
Silvia Iside
(autrice)
Oltre l’Abisso un romanzo onirico, del genere dei fantasy epici, mi ha colpita per più di un motivo: è scritto con stile poetico ma non troppo ricercato, è la storia di Bethel, donna proveniente da una famiglia che non riconosce le autorità religiose, narrata da lei in prima persona ma pare che la donna riesca contemporaneamente a stare dentro e fuori di sé. Così come riesce ad amare nello stesso momento Makena e Vessagh, confusi nei ruoli, chi dovrebbe diventare il marito si ritrova a essere amante e viceversa.
“Il suo amore, il nostro amore, tormentato eppure così naturale e solido da attraversare ogni filtro tramutandosi in pura e nitida energia.”
È una lotta con sé stessa e con nemici che mutano lungo il cammino: il consiglio dei druidi, gli dèi, la stessa figlia.
Il carisma del druido, o mago, o quasi-dio Vessagh, è ciò che dà maggiore enfasi alla storia. L’abisso, luogo in cui si tiene una prova fondamentale per la vicenda, è la rappresentazione del salto, della svolta nella vita. Ma da quell’abisso si risale… per un bel po’ la storia va avanti e torna indietro, pare riavvolgersi su sé medesima, Bethel ce la racconta come la stesse rivivendo e nemmeno lei sapesse dove andrà a parare.
I personaggi “negativi”, Vessagh l’amante e Duana, la figlia, sono quelli descritti con più particolari e grazie a loro il racconto assume i connotati di una saga famigliare. È molto interessante lo svolgersi della vita di una famiglia la cui esistenza è del tutto mutata e il suo rapporto magico con la natura e l’occulto: “Se l’uomo rispetta e ama la natura, Essa rispetterà e amerà l’uomo.”
Più che consigliato.
Recensioni
Emanuela Marra
(autrice, blogger Sognando di Scrivere)
Il titolo esprime moltissimo di questo libro, ambientato nel periodo celtico, in un passato dove l’uomo viveva secondo schemi prestabiliti, dove le regole erano fondamentali e andavano rispettate. In quel periodo eri legato da un legame indissolubile con il tuo compagno, ma la protagonista, riesce ad amare con la stessa intensità ma con due modi completamente diversi i suoi due uomini. L’amore per Makena che le ha dato una bellissima bambina, ma anche l’amore spirituale e così insito nel profondo della sua anima per il druido Vessagh, che gli ha donato il suo primogenito, maschio semi-dio. Viene descritta, l’immagine di due mondi che si uniscono attraverso la protagonista, quello degli dei e quello degli esseri terreni. Il libro percorre la vita di Bethel, dalla giovinezza alla vecchiaia, in una sequenza di emozioni, introspezioni, paure e forza, in un ambiente quasi magico. Un fortissimo viaggio interiore, che tocca le corde più recondite dell’anima dei protagonisti.
Marzia Martin
(lettrice)
L'autrice di “Oltre l'abisso” ci riferisce che il suo romanzo è il racconto di una sequenza di sogni, bellissimi, di quelli che non sai spiegare o interpretare ma che la rendono protagonista della storia in prima persona. Molto brava nel ricordare i fatti e altrettanto capace di unire il tutto in un racconto dall'atmosfera quasi magica grazie alle sue capacità di artista.
Il racconto è un misto di enigmi, misteri e simboli, amore terreno e spirituale, l'unione già stabilita e voluta dagli Dei, una relazione umana e semplice contro una relazione celata nello spazio e nel tempo, sospesa nel tempo, fuori dalla realtà, tra sogno e realtà. Il mistero della forza immane della Natura e la forza degli Dei.
Usa descrizioni molto dettagliate sia fisiche che caratteriali dei personaggi che te li fanno mmaginare concretamente davanti a te e altrettanto dettagliate le descrizioni dei luoghi che proiettano il lettore nello spazio e nel tempo dei personaggi. Sembra di essere presenti e di vivere il racconto, nascosti in un angolo pronti per vedere e per osservare tutto quello che succede.
Molto realistica e estremamente accurata la descrizione dei sentimenti e dei pensieri più intimi della protagonista e dei suoi due amori tanto da far sembrare tutto vero.
Uno scontro continuo, espresso in un turbinio di parole, tra conscio e inconscio che trascina la mente di chiunque legge ad una accurata analisi dei propri pensieri e sentimenti.
Personalmente adoro i punti nei quali la protagonista dialoga con la Natura immergendosi completamente in Essa e affidandosi corpo ed anima diventano un tutt'uno, un unica immensa forza.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro per meditare nella Natura e nello stesso tempo entrare all'interno di noi stessi, in questo mondo caotico che ci trascina una pausa di riflessione può solo far bene.
Roberta Alberti
(artista)
Le mie impressioni su “Oltre l’Abisso” di Elisabetta Tagliati
Se penso alle principesse delle favole mi viene in mente il volto di Betty, creata dalla penna esperta di un autore che sa descrivere nei dettagli la bellezza rendendola reale.
Il volto e lo sguardo incantato di Betty sono rivolti verso un “Oltre”un “Al di là”… dal reale, dove la scrittura si fonde con le altre arti, canto … musica … teatro … avvolti dal mistero e dalla magia, ci fanno intraprendere un viaggio psicologico inconsueto se pur affascinate.
Un nuovo inizio, una nuova umanità che porta con se i quattro elementi essenziali: acqua, fuoco, terra e aria, celati nei nomi dei personaggi dell’opera.
Come in un quadro di Salvador Dalì, questi elementi sono disposti nel racconto, ma poi la magia il sogno, il mistero i rituali, in particolare gli Dei, intrecciano storie, eventi, percorsi di vita, non solo di un popolo, ma di ogni personaggio del romanzo, fino all’immancabile destino.
Ci si può chiedere perché l’autrice cerca un “Al di là” ...?
In questo tempo “sospeso” anche se non razionalmente … viviamo tutti con la speranza di un “Al di là” migliore, dove regnerà l’Amore con la “A” maiuscola.
Grazie Betty, per averci donato queste pagine che sono una vera è propria Lirica.
Leandro Conti Celestini
(autore)
"Oltre l'abisso" è un bellissimo romanzo che non saprei catalogare in un genere particolare, ma mi ha ricordato uno dei primi amori da adolescente per lo stile e le vicende, "Le nebbie di Avalon". Come Morgana, troviamo una protagonista femminile nell'intero arco di una vita in una terra a tratti grigia e inospitale, a tratti dolce e malinconica. Fortissima è anche la presenza della Natura, vera e propria madre, che dona e prende e con cui la protagonista si sente in connubio per benedizione o maledizione.
Si tratta anche di una profonda storia d'amore: da quello più romantico di due adolescenti un po' diversi a quello più passionale e quasi distruttivo che ti porta a sradicare le scelte di una vita facendone pagare le conseguenze.
L'acqua è uno degli elementi principali di questa storia: dalle onde scure dell'abisso in cui la protagonista rinasce, alle piogge torrenziali in grado di spazzare via un intero villaggio, al sussurrare di un ruscello che placa la sete di due innamorati. Anche la narrazione si alterna a onde come di una marea, quasi una poesia, o una ballata che ti culla.
Ottimamente descritte e struggenti le battaglie interiori che Bethel dovrà affrontare, i sacrifici che la feriranno, il coraggio che mostrerà nel portare avanti le sue azioni, quasi annullando sè stessa.
Ci troviamo di fronte ad una donna, non una delle tante Wonder Woman che vanno tanto di moda adesso in grado di sgominare un esercito di cento uomini con il loro Girl Power, ma una donna insicura, spaventata, innamorata che proprio grazie a queste caratteristiche diventa una vera eroina.
Recensioni
Roberta De Tomi
(autrice, blogger La Penna Sognante)
"Oltre l'abisso" di Elisabetta Tagliati: un viaggio iniziatico dal sapore magico
Non è un libro che si legge a cuor leggero, ma di certo la scrittura zampilla come uno dei corsi d'acqua che ritroviamo, data anche l'ambientazione della storia: il Benaco. Qui sorsero, a partire dal Medioevo, insediamenti celtici dediti a culti pre-cristiani in cui la connessione con la natura diventa fortissima. Tra magia e iniziazione, entriamo nei pensieri della protagonista, Bethel, raccontata in "Oltre l'abisso" (Pluriversum Edizioni) di Elisabetta Tagliati.
"Oltre l'abisso": la trama
Bethel è protagonista in prima persone di un'iniziazione mistica in cui si trova improvvisamente divisa tra due uomini, Vessagh e Makena, rispettivamente espressione del sentimento passionale e del sentimento che consente la stabilità. La donna si trova a fare i conti con se stessa e con forze che travalicano la sua volontà di capoclan; in questo percorso dovrà conoscere e affrontare l'abisso, il lato oscuro che si concretizza in un luogo analogo, banco di prova che diventa l'espressione della magia che parte dal nostro intimo; magia di cui Bethel è culla e matrice sempre più consapevole.
La recensione
"Oltre l'abisso" ha molti elementi del fantasy tradizionale, a tratti ci rammenta la scrittura e i temi di Marion Zimmer Bradley, ma non ha una trama strutturata secondo le indicazioni editoriali canoniche. Come anticipato, più che di un romanzo, si tratta infatti di una narrazione d'iniziazione, in cui la protagonista spalanca le porte del proprio io interiore, dei conflitti che la avvincono e che mettono in rilievo anche le fragilità.
Bethel, voce narrante e protagonista, si sbottona senza falsi pudori. Pur essendo investita di una forte autorità in quanto capoclan, mostra le fratture dell'anima, attraverso diversi momenti monologici. Bethel è la donna che si trova invischiata nelle dinamiche di un patriarcato che la lega ai suoi doveri muliebri. Ella è compagna, moglie, oggetto poi di vituperio legato al timore posto nei confronti dei suoi poteri in fasi di crescita; è madre che deve far fronte alle preoccupazioni legate a tale ruolo. Il suo continuo interrogarsi, le insicurezze alternate all'esercizio delle sue facoltà, ne delineano un ritratto femminile straordinario, in bilico tra quella paura che la rende così umana e delicata e quel coraggio che nasce dal fuoco dell'amore, ora, dalla magia che la rende unica.
Proprio Bethel è il centro di tutto, pur essendo succube di disegni superiori - come accade per altri -, la troviamo esercitare la sua volontà, talvolta debole, più spesso di ferro. In lei si realizzano i cicli karmici che non appartengono solo al Buddhismo, ma anche ai credo più antichi, in cui la ciclicità della natura si riflette nel vissuto umano, tra azioni e reazioni sempre interconnesse.
Ed è proprio il rapporto con la natura, un altro aspetto centrale. Quella natura che può diventare un nemico devastante, ma che è prima di tutto alleata, laddove vi entriamo in connessione. Una riflessione molto attuale, per oggi. Stesso discorso, quando si parla di amore e di creatività: armonia e relazioni karmiche sono basilari nello scorrere del tempo.
Da un punto di vista tecnico e stilistico l'impressione è che l'autrice abbia veramente trascritto una situazione da lei dichiarata come sognata, ma che noi percepiamo come frutto di una sorta di richiamo ancestrale. La fluidità che caratterizza lo stile, molto scorrevole e corredato da termine anche altisonanti ma non astrusi, fa pensare a una scrittura "di getto" ma successivamente disciplinata.
Non siamo di certo di fronte al classico romanzo, anche se la trama è presente e ci sono slittamenti di punti di vista poco ponderati, ma che hanno un senso nel contesto del narrato di Bethel; ma a prevalere sulla trama è l'introspezione, il racconto dell'anima, il viaggio iniziatico carico di elementi esoterici.
L'esoterismo è un aspetto affascinante che satura lo scritto di energie forti, che avvincono i lettori appassionati al tema. Si fa riferimento alle Rune, agli dei di un pantheon ormai lontano; ma anche alla trascendenza della natura, poi recuperata dal movimento romantico, e a oggi oggetto di priorità e leciti allarmi.
Per concludere
"Oltre l'abisso" è un viaggio d'iniziazione intriso da una forte spiritualità. Può piacere a chi è sensibile ai temi dell'esoterismo e della trascendenza e a chi ama immergersi in un'anima che scava nel profondo. Una profondità che abbiamo accantonato, insieme al rapporto con la natura. Tecnicamente ha diverse pecche perché si tratta di un libro scritto con una particolare finalità, lontano dallo stilema del bestseller; ma tali "pecche" possono essere il punto di forza e la peculiarità della vicenda. Un lavoro notevole e fuori dal coro.
Gio Cancemi
(autore e pianista)
Il Quinto Elemento
Una storia ambientata nel periodo celtico, con i suoi misteri e la sua magia.
I personaggi incarnano e fanno interagire fra di loro, con caratteristiche peculiari alla loro natura e sotto il velo di una sottile metafora, gli Elementi: Bethel, la protagonista, è Acqua, Vessagh, il druido, Fuoco, Luned, amica di Bethel, Aria, Makena, il compagno di Bethel, Terra.
Così l’Acqua “spegne”, o meglio, in qualche modo, “doma” il Fuoco, l’Aria, con il suo contatto, “turba” l’Acqua - ma, così facendo, contemporaneamente “ravviva" il Fuoco -, la Terra “assorbe” l’Acqua, il Fuoco “brucia” la Terra, ma l’Acqua “necessita” della Terra per avere un suolo stabile dove poter scorrere e raggiungere la foce; tutti gli equilibri delle forze e dei personaggi in gioco si influenzano reciprocamente e il risultato è un affresco nel quale ognuno incontra, e si scontra, con il proprio destino.
A questo quadro si aggiunge quello che viene definito il Quinto Elemento: l’Amore che, in questo caso, è rappresentato, oltre che dal vero e proprio contrastato sentimento amoroso - anche per la presenza di un tormentato “triangolo" -, dal desiderio d'inseguire la pienezza di una completa evoluzione spirituale, al punto che, dopo una difficile prova per i protagonisti, Amore e Spirito aneleranno sempre ad essere la medesima cosa: la massima espressione di sé e della propria Anima.
Consigliata la lettura, anche per ascoltare dentro di sé, tramite vari spunti di riflessione suggeriti dalla vicenda, un richiamo essenziale all’autenticità.
Benedetta Leoni
(blogger)
Oggi vi recensisco "Oltre l'abisso" di Elisabetta Tagliati; è, la storia di Bethel, donna proveniente da una famiglia che non riconosce le autorità religiose; la storia è narrata proprio da Bethel, che a volte, sembra essere sia fuori che dentro se stessa, perché capita che parli di sè in terza persona, è una donna che riesce ad amare due persone contemporaneamente, Vessagh il druido e Makena un uomo normale, che fa parte di una comunità, ma a volte, vengono mischiati così tanto, che non si sa più chi sia il marito e chi l'amante.
Bethel lotta contro se stessa e con nemici sempre diversi: il consiglio dei druidi, gli dèi, la stessa figlia.
Il carisma del druido, o mago, o quasi-dio Vessagh, è ciò che dà maggiore enfasi alla storia. L’abisso, luogo in cui si tiene una prova fondamentale per la vicenda, è la rappresentazione del salto, della svolta nella vita. Ma da quell’abisso si risale…la storia passa dal presente al passato, tanto che pare riavvolgersi su sé stessa, Bethel ce la racconta come la stesse rivivendo e nemmeno lei sapesse dove andrà a finire.
I personaggi “negativi”, Vessagh l’amante e Duana, la figlia, sono quelli descritti con più particolari e grazie a loro il racconto assume i connotati di una saga famigliare. È molto interessante lo svolgersi della vita di una famiglia la cui esistenza viene descritta a rapporto con la natura e l’occulto: “Se l’uomo rispetta e ama la natura, Essa rispetterà e amerà l’uomo.”
Diero le quinte: testimonianze e segreti dall'Abisso
Il Salotto Culturale di Andrea Ansevini e Sara Marino
Recensioni
Riccardo Lorenzin
(Blogger, Noi amanti della lettura)
Bene, eccomi qui a parlare del primo libro recensito: "Oltre l'abisso" di Elisabetta Tagliati.
Oltre l'abisso ci porta in un tempo lontano, quasi arcaico, fatto di Druidi, clan e guerrieri. Personalmente adoro i romanzi a sfondo storico con qualche sfaccettatura di fantasy, e questo lo centra in pieno.
L'autrice descrive dettagliatamente il pensiero della sua protagonista assoluta che è Bethel, la quale ci trasporta proprio nel suo animo facendoci vivere, pensare, gioire, soffrire e avere timore con lei.
La fanciulla ci fa ripercorrere, in un modo quasi sovrannaturale, la narrazione degli eventi, che a tal proposito solo per un mio gusto personale avrei preferito più dialoghi e meno narrazione in alcuni casi, ma la scelte dell'autrice sono insindicabili quindi mi sono adattato al modo di narrazione. La vediamo divisa tra due amori: Makena il suo amico guerriero e Vassagh il druido per il quale prova una sorta d'amore misto a soggezione. Credo che questa frase descriva bene ciò che lei prova: "Le sue mani mi trasmettevano il suo bruciante calore e quel contatto bastava ad allontanarmi dalla coerenza. Armato di quel sorriso davvero nulla sarebbe stato più impossibile per lui."
Un'altro pensiero di Bethel riguardo Vassagh è: "Sembrava impossibile che nel druido incontrato poche ore prima potesse esistere un'indole così semplice, umana, sublime e indifesa."
All'inizio ho sul serio faticato a capire se Vassagh fosse il cattivo o no e se lei ne fosse davvero innamorata o avesse deciso di concedersi al druido Vassagh per compiacere gli dei. Nel corso del romanzo Makena manifesterà più volte la sua gelosia, ma anche la sua protezione nei confronti di Bethel e di suo figlio.
Credo che Makena sia il personaggio che più mi è piaciuto, colui che ama senza riserve. L'autrice riesce a risaltare bene i caratteri di ognuno e soprattutto a descrivere gli ambienti che li circondano. Bethel non avrà una situazione facile neanche con Duana, sua figlia, però mi fermo, non vado avanti con gli spoiler. Trovo che il romanzo abbia un'aurea speciale e penso che gli appassionati di serie tv come Britannia lo possano adorare.
A questo romanzo do ⭐⭐⭐⭐ e faccio i complimenti a Elisabetta Tagliati.
Lo troverete sia in formato cartaceo che ebook
Editore : Pluriversum; New edizione (10 marzo 2020)
Disponibile su: Amazon, Ibs, Feltrinelli, Mondadori...
Elettra Grazia Cormaci
(autrice)
Ho letto il romanzo di genere onirico, “Oltre l’abisso” di Elisabetta Tagliati, e l’ho trovato magistralmente orchestrato; i luoghi, come i personaggi, sono descritti in maniera quasi da renderli reali. Ma si sa, tra sogno e realtà il confine è minimo. Tutte le sfaccettature dell’amore rivivono nelle pagine di questo libro. Un amore a volte tronfio, a volte misero, che ti fa sognare, che ti fa cadere e poi rialzare. Un amore senza discriminazioni che logora, che brucia l’anima di chi lo legge. Un amore che viaggia tra le stelle a 360° e a volte rischia di cadere ma per rialzarsi subito dopo.
Un amore che scava dentro l’Io dell’essere umano tra aspetti della vita che cambiano di continuo, tra melanconiche e maledette fatalità di un impossibile raggiungimento della tranquillità di due cuori, quelli dei protagonisti, che si rincorrono si cercano per trovare infine la vera felicità.
Recensioni
Adelaide Camillo
(autrice)
Eccoci ad analizzare "Oltre l'abisso" di Elisabetta Tagliati, edito Pluriversum Edizioni. "Oltre"... termine intorno al quale gira il romanzo.
"Oltre" il semplice stile di scrittura.
Eh si! Perché appena apri il libro, non puoi non apprezzare lo stile elegante e morbido di una scrittrice che pur essendo al suo esordio ci delizia con un testo raffinato e leggero allo stesso tempo.
"Oltre"... Il genere del romanzo, che risulta essere limitativo definire fantasy, dal momento che ogni pagina letta evoca qualcosa di indefinito e magico, sembra quasi che leggendo si danzi su una musica capace di portarti con la testa ed il cuore dentro la storia, facendoti vivere una magica avventura che tocca temi spirituali (di cui avremmo necessità di sentire sulla nostra pelle).
"Oltre"... la semplice storia d'amore che non si limita ad un semplice desiderio fisico o sentimentale, ma che va nelle profonde viscere dell'essere umano, toccando abissi di un mare ricco di tesori, quale può essere l'anima, il cuore, la ragione, l'impulso... il vivere semplicemente nel pieno dell'essenza così com'è.
Risulta evidente l'esperienza di cantante lirica della nostra autrice Elisabetta Tagliati (di cui spero leggere quanto prima un altro lavoro). Si legge "Oltre l'abisso " e si respira fra le pagine aria di dramma teatrale. "Oltre"... alla semplice trama ricca di colpi di scena dal finale per niente scontato... "Oltre l'Abisso " è molto di più... è una storia senza tempo che ruba alla mente i grigiore dei pensieri e colora di luci magiche ogni tua singola emozione.
"VIVERE SENZA PASSIONE E’ COME MORIRE..MA PIU’ LENTAMENTE"... Questo dice la nostra autrice, lei che di passione vive e ci insegna a non dimenticare la nostra con un libro difficile da dimenticare dopo averlo letto... complimenti ad Elisabetta Tagliati.
Recensioni
Caterina Franciosi
(critico, Blog Il Salotto Letterario)
Si avvicinava la ricorrenza di Lughnasadh: quattro piccole tribù celtiche situate tra le colline avevano deciso di riunirsi per l'occasione. Scelsero un luogo che le accomunasse in quanto parte dei loro confini e che, per la sua grande energia, si rivelasse propizio all'incontro e alle celebrazioni. Si trattava di uno spiazzo erboso a picco sull'acqua, un panorama speciale per quelle zone; nei lunghi tramonti estivi faceva sentire vicini agli Dei. Questi, anche quell'anno, dal cielo benedirono le famiglie con un raccolto abbondante.
Primo agosto, Lughnasadh: la festa del dio Lugh. La festa del raccolto.
Un evento ricorrente, ma che questa volta è destinato a cambiare per sempre la vita di Bethel, capoclan celta. Durante la celebrazione, gli Dei inviano a Bethel visioni strane visioni, rivelatrici di un'antica profezia. La ragazza tenta di sottrarsi al suo Destino ma, nel tentativo di sfuggirvi, come spesso accade finisce inesorabilmente per rimanerne vittima. E con lei anche Makena, il suo compagno di vita, e Vessagh, l'oscuro Druido che la reclama.
"Oltre l'Abisso" di Elisabetta Tagliati è un romanzo ambientato in un lontano passato, in un'Italia ancora celtica, in cui la realtà si fonde con il sogno e in cui le anime dei protagonisti sfuggono alla dimensione terrena per riunirsi con quella divina.
Il romanzo è contraddistinto da una grande ricchezza di simboli e metafore, ma anche da un senso di "dualismo" costante: l'amore fisico di Bethel per Makena il guerriero e quello spirituale per Vessagh il Druido, l'aspetto femminile e maschile del Divino (il Dio e la Dea), vita e morte, odio e amore, gioia e dolore, onirico e tangibile. Elisabetta Tagliati fa danzare i lettori su questo filo sottile, conducendoli in un viaggio all'interno di loro stessi e degli angoli più reconditi del loro animo.
Il volume ripercorre inoltre le tappe della vita umana: insieme a Bethel, i lettori affronteranno la gioventù iniziale, per poi passare allo stato dell'adolescenza, fino a raggiungere l'età adulta e la vecchiaia. Con uno stile poetico e delicato e attraverso lunghe sequenze riflessive e descrittive, Elisabetta Tagliati rievoca un mondo lontano e suggestivo, un mondo fatto di rituali e celebrazioni legati ai cicli della natura e del raccolto. Il suo romanzo è impregnato di un forte senso di misticismo e di mistero, in cui i contorni di ciò che appare come reale risultano sfumati e tendenti a qualcosa di "oltre".
"Oltre l'Abisso" è infatti il luogo dove l'autrice vuole condurre i lettori: oltre lo sperone di roccia che Bethel affronta nel romanzo ma anche oltre il nostro personale "abisso" interiore.
Un romanzo che ricorda le atmosfere della terra di Avalon, quello di Elisabetta Tagliati, permeato da un profondo senso di sacralità e mistero. In "Oltre l'Abisso", tutto sembra rallentare e acquistare un ritmo proprio: il ritmo più primitivo della Natura stessa, in cui il sogno diventa realtà e in cui avremo modo di esplorare gli anfratti più reconditi della nostra mente e delle nostre emozioni.
Intervista al FEntasy con Lisa Lambertini
Intervista con Sandro Salidu - Viva Radio
Recensioni
Stefano Buzzi
(autore, ICrewplay.com)
Un romanzo onirico che profuma d'amore
Oltre l’abisso è un romanzo che merita di essere letto. Letto con un approccio al bello, all’amore e a tutto ciò che lo circonda, all’innaturale e all’estetica. Un romanzo che in molti suoi aspetti e in molti suoi pensieri mette il lettore davanti allo specchio e lo invita a riflettere sui sentimenti, sul capirli davvero senza tradirsi e senza prendersi in giro.
Vorrei partire dalla fine, dalle ultime pagine di Oltre l’abisso, il romanzo di Elisabetta Tagliati uscito nel 2020 con una nuova edizione, per andare dritto al dunque del mio lungo percorso di lettura che mi ha legato e tenuto stretto alle vicende di Bethel, Vessagh e Makena, i protagonisti, per due mesi abbondanti.
Dalla fine perché ho molto apprezzato la scelta dell’autrice di aggiungere, dopo la chiusura del romanzo, delle pagine in cui, dimostrando piena sintonia con il lettore, racconta la nascita di tutta la storia, identifica i luoghi reali in cui essa si sviluppa creando così un commiato dal libro piacevole. È stato come, secondo la mia esperienza, stringerle la mano per ringraziarla delle tante ore spese insieme tra le pagine del suo libro. Chissà che questa sensazione non possa essere reciproca, e anche per l’autrice, non sia valsa questa idea del salutarsi con gratitudine e riconoscenza.
Cristina Tagliente
(autrice, blog Il Mondo di Crimy)
E’ indubbio che in questi anni stiamo vivendo una riscoperta dell’antica cultura nordica: vichinghi, sassoni, re di fantasia ricoperti di pellicce,… e ovviamente celti. Proprio pochi giorni fa, il 1° febbraio, si è celebrato Imbolc, l’inizio della primavera secondo i celti: la vera rinascita dopo il rigido inverno che si palesa con l’allungarsi delle giornate. Così ho pensato: perchè non leggere un romanzo ambientato in questa epoca remota?
Mi sono lasciata ispirare e la mia scelta è ricaduta su “Oltre l’Abisso” di Elisabetta Tagliati.
Difficile, forse inutile, riassumere in poche righe questo libro: tutto l’intreccio è permeato da emozioni turbinanti che ti afferrano trascinandoti in prima persona in un mondo dove la spiritualità, l’amore e la responsabilità sono i valori più cari.
Già l’epigrafe la dice lunga: “Vivere senza passione è come morire, ma più lentamente.”
Dietro “Oltre l’Abisso” si nasconde anche un mistero: è la fedele trascrizione di un sogno ricevuto dall’autrice. In quanto tale presenta numerosi livelli di lettura ed è intriso di simboli antichi legati alla natura, la quale è importante quanto i personaggi nella vicenda.
La vita della Capoclan Bethel viene rivoluzionata da una profezia che si realizza tramite inaspettate visioni. Impossibile non innamorarsi dell’affascinante druido dall’animo oscuro: Vessagh, e non empatizzare per il valoroso rivale: Makena. Ma il resto lo lascio scoprire a voi. Buona lettura!
Stefano Buzzi
OLTRE L’ABISSO: RECENSIONE
Ovviamente Oltre l’abisso non si riduce a quella postilla che tanto mi ha entusiasmato, ma, nelle sue più di trecento pagine, è un romanzo caratterizzato da una storia sostanziosa che si regge sul grande tema dell’amore. L’amore che condiziona la vita, anzi, in questo caso più vite, e che spinge l’anima a elevarsi fino a raggiungere il vertice delle possibilità umane, del benessere e della simbiosi con la terra, con la natura.
Sì perché l’ambientazione e la caratterizzazione hanno un deciso sapore mistico: personaggi celtici, druidi, pratiche oniriche, clan, feste e rituali che trascinano il lettore in un mondo che va oltre la dimensione corporea e si incaglia sui sentimenti veri. Oltre l’abisso sfonda le porte del cuore e tira dritto all’anima.
La Tagliati dichiara che il primo capitolo, quello che da il via a tutta la vicenda, è nato da un sogno realmente fatto, e questo mi affascina in modo particolare. Vuoi per l’entità stessa del sogno, che messo al confronto dei miei appare come un capolavoro da premio Oscar, vuoi anche per la capacità dell’autrice di trasformarlo in un racconto ben scritto che assolutamente coinvolge il lettore dall’inizio alla fine.
In effetti il primo capitolo di Oltre l’abisso appare come un buonissimo racconto, che ha un inizio e una fine, in cui si sviluppano tutti gli elementi necessari di questa tecnica di scrittura: un incipit, uno svolgimento, qualcosa che accade e che lascia il lettore in bilico e un gradito colpo di scena finale, che in realtà, pur sembrando autoconclusivo, è quello che apre le finestre a tutto il romanzo che verrà. Brava.
Mi ha lasciato a bocca aperta la minuziosità delle descrizioni, in particolare l’arrovellarsi tra le emozioni, le sensazioni e gli stati d’animo dei personaggi, e questo, rende ancora più giustizia all’autrice per la sua destrezza nel trasformare in parole un sogno fatto. Però, e qui chiedo perdono all’autrice per la mia sensazione che scredita il complimento appena fatto, forse è proprio questa descrizione maniacale che rischia di essere allo stesso tempo il pregio e il difetto del romanzo.
Mi spiego: Oltre l’abisso è molto ben scritto. Dimostra ampiamente le abilità tecniche della Tagliati, ma allo stesso tempo risulta molto arcaico. La lettura necessita di una concentrazione particolare, se davvero si vogliono vivere le esperienze dei protagonisti, e spesso, è come se la penna dell’autrice si specchiasse nella sua capacità. Per farla breve io avrei filtrato un po’ le parole, come si fa con la spremuta nel colino quando non si vogliono sentire i pezzettini del frutto sotto i denti.
Ribadisco che è solo un mio parere personale, frutto del mio gusto più essenziale, per altro consapevole del fatto che probabilmente, il genere il cui è inserito questo romanzo, richiede un linguaggio così pieno di merletti e ricami.
Stefano Buzzi
OLTRE L’ABISSO: RIFLESSIONI
Essendo questa una recensione, caro iCrewer, ti invito a curiosare la trama nella segnalazione che già abbiamo fatto in precedenza, e mi prendo ancora qualche riga per condividere con te, e con l’autrice che non vedo l’ora di intervistare, le sensazioni e le riflessioni che mi hanno travolto durante la lettura.
Come detto, il tema portante di Oltre l’abisso è l’amore, il nocciolo di tutta lo storia, spogliata dell’ambientazione celtica è come i sentimenti condizionano la nostra vita.
In particolare mi ha molto colpito, facendo tornare alla mia mente esperienze del passato, come la protagonista, Bethel, sia in grado di vivere una storia d’amore di quelle che in molti di noi sognano e idealizzano, con il druido, e allo stesso tempo provare un amore pulito e vero per l’altro uomo terreno della sua vita. Non voglio assolutamente finire nello spoiler, ma la domanda che mi sono posto più volte è stata: si possono amare due persone contemporaneamente? O è semplicemente il senso di colpa per il dolore causato a chi ci ama una volta che lo lasciamo, a spingerci a sentire ancora affetti speciali per lui?
Domande difficili, che come detto mi han fatto tornare indietro nel tempo di tanti anni, a quando il mio percorso mi ha messo in una condizione simile. Questa empatia, questa possibilità di riconoscersi nei personaggi è chiaramente merito dell’autrice e va tutta a favore del suo lavoro, sulla strada che porta al giudizio finale positivo.
CONCLUSIONE
Quindi, in attesa di poter condividere con la Tagliati queste riflessioni su Oltre l’abisso e sulla vita in generale, non posso che confermare che questo romanzo merita di essere letto. Letto con un approccio al bello, all’amore e a tutto ciò che lo circonda, all’innaturale e all’estetica. Un romanzo che in molti suoi aspetti e in molti suoi pensieri mette il lettore davanti allo specchio e lo invita a riflettere sui sentimenti, sul capirli davvero senza tradirsi e senza prendersi in giro.
Forse una lettura più adatta al pubblico femminile, anche se confido nel fatto che un parere maschile, in questo caso il mio, possa essere ben accettato da autrice e lettore.
P.S, per chi lo avesse letto: io sto con Makena tutta la vita!
Cristian Costantini
(artista)
Un magico viaggio interiore nel nostro subconscio onirico.
Coinvolgente, estatico, hai voglia di essere uno dei protagonisti, anzi, ne diventi magicamente parte, in un’esperienza che lascia il segno.
Il Settimo Tramonto di Claudio Spinosa Episodio 61
Recensioni
Pamela Luidelli
(Autrice)
Si dice che i sogni si basino sulle impressioni, compiono la loro selezione secondo i principi diversi da quelli della memoria sveglia, altri pensano che sono interpretazioni. Molti credono che noi facciamo esperienza di quello che ci tocca davvero in maniera profonda, significa accompagnare il normale processo di elaborazione delle nostre esperienze e coglierne il senso. Secondo gli sciamani invece, la risposta è più sicura; i sogni sono reali quanti lo è il nostro quotidiano, sono considerati come una piccola morte e costituiscono un allenamento al grande viaggio.
Al di là di tutto, il libro “Oltre l'Abisso” di Betty Tagliati è la narrazione di un suo sogno che ha voluto condividere con noi lettori. Onestamente non so se potrei definirla una storia d’amore tormentata, oppure un concatenarsi di situazioni causate dalla protagonista Bethel. Infatti ci narra di una vita sconvolta da un’esperienza mistica. Riuscirete a cimentarvi così bene nella trama che più e più volte porrete delle critiche ai personaggi come Vessagh e Makena e persino a Bethel. Continuerete imperterriti a scoprire pagina dopo pagina le motivazioni che li spingono ad andare avanti fino alla fine. É un romanzo impegnativo lo devo ammettere, l’autrice ha però le capacità di non far leggere, ma assistere all’evoluzione di questa storia come se stessimo guardando un film. Posso però affermare che: una volta terminato, vi porrete delle domande sulla vostra reale vita. Ammetto che la storia mi ha portato più volte a far scorrere una lacrima sul viso e a riflettere sull’amore e sul sacrificio che ognuno si porta nella vita.
Non posso far altro che congratularmi con l’autrice per avermi regalato emozioni e domande.
Salvatore Amato
(autore, Alcova Letteraria)
Oltre l’abisso di Elisabetta Tagliati, edito per i tipi di Pluriversum Edizioni, è un romanzo fantasy, altamente onirico e spirituale.
La protagonista Bethel, capoclan celta, ci porta a spasso per i monti, le creste e gli spuntoni, come Caterina Percoto nei suoi scenari montanari.
Un carattere forte, delle responsabilità collettive e delle visioni che chiedono un’investigazione dell’anima, affinché si possa apprendere il proprio Io, sono gli elementi che effluiscono nella narrazione e trasportano il lettore con un dolce vento in poppa, che riscalda l’anima e propone dubbi anche al più probo degli uomini.
L’autrice attraverso leggende, sogni, premonizioni, clan e druidi, snocciola, pian pianino, tutte le tematiche che abbracciano l’esistenza e martoriano l’umanità.
Le domande si fanno endemiche, vive, pulsanti e sanno anche accarezzare qualche volta, ma la maggior parte del tempo mordono e se non ci sono risposte, un gelo di quelli che rizza tutta la peluria degli arti ti abbraccia; ed è una morsa che toglie il fiato e ci spinge a cercare ossigeno in apnea, senza bombole, maschere, pinne e muta, ma nudi al cospetto degli Dei, affinché giunga l’illuminazione, si avveri la profezia e la leggenda si divini in storia, così noi evocheremo Bethel e Vesagh che guida e ama, guardiano e pellegrino.
Un picco di roccia selvaggia che ha guardato mutare il mondo e gli uomini, imperturbabile, statico al tempo, ostinato e poi arrendevole alle intemperie, ammirerà ancora una volta l’audacia umana e si renderà conto di cosa questi bipedi sono disposti a fare pur di trovare delle risposte.
Così, si salta dal pendio, bungee jumping senza elastico, a chiodo: in picchiata verso quel lago che ammicca dall’alto, per uscirne illesi e… Niente spoiler: solo la lettura potrà rispondervi!
Il cuore è conteso tra il guerriero e il druido, un’altalena costante tra carne e spirito, sogno e realtà, Dio e Dea, simboli e metafore.
Nel sottotesto c’è una rete fitta di significati importanti, quesiti e condizioni dell’umanità e, nonostante la remota ambientazione, anche di problematiche attuali della società che, man mano che emergono, donano al lettore un’attenta e profonda riflessione che va ben oltre la lettura fantastica.
Nel romanzo della Tagliati il sogno brama di avere un corpo, così l’autrice lo proietta in una fatamorgana per farlo andare a spasso con la realtà, camuffato, mimetizzato, dalle prospettive variabili a seconda delle focali e infine fuso insieme, tanto che l’uno porta le sembianze dell’altro, per danzare liberi e poi impavidi cercare se stessi.
La natura è arcigna, mutevole, oggi sorride e domani è un altro giorno, ed è questa natura che detta i tempi della lettura, trasformandosi da sfondo a parte integrante della storia. All’appello del registro narrativo, la magia, il mistico e il sacro rispondono: «Presente!», mentre l’onirico siede in cattedra e stride il gesso sulla lavagna, fino a lasciare tra le pagine la testimonianza di una nebulosa di passioni, affetti e sentimenti. Così, il nostro abisso interiore satura tutto il resto, sfuma, graffia e mistifica: ci vuole coraggio e temerarietà per abbandonare il regno di Abbadon e risalire in superfice, ritrovandoci persone nuove e più consapevoli.
A noi non resta che complimentarci con Elisabetta Tagliati per il suo “Oltre l’abisso” e augurarvi buona lettura, sempre tenendo a mente ciò che c’è scritto all’inizio del libro: vivere senza passione è come morire, ma più lentamente.
Recensioni
Claudia Simonelli
(autrice, Un Cuscino di Parole)
Inizierò questa recensione dicendo che ho adorato questo libro e consigliandone la lettura a tutti, proprio tutti e non solo coloro che prediligono il genere Fantasy, poiché questo libro non è solo un volo pindarico di fantasia, ma nasconde tra le sue pagine molto di più.
La vita della capoclan Bethel è destinata a stravolgersi per colpa di un sogno e di alcune visioni che celano una profezia. Perciò, comincia un viaggio spirituale per ritrovare se stessa, cosa che capiterà anche al lettore, almeno per me è stato così.
La spiritualità è fondamentale per abbandonarsi del tutto alla lettura di questo straordinario libro, senza di questa non si può capire Bethel, non si può fare il tifo per Vessagh, o Makena. No, senza spiritualità siamo vuoti, infecondi e di conseguenza non potremo carpire la forza indomita che anima la protagonista.
Attraverso il suo romanzo, Elisabetta Tagliati, scrittrice, musicista e cantoterapista, scandaglia l’animo umano e ce ne fornisce una monografia dettagliata, una mappatura della coscienza intrecciata all’intrinseca forza di rialzarsi e combattere; così, se Iddio non ci ha fornito di un libretto d’istruzioni per le nostre emozioni, passioni e paure, Elisabetta Tagliati riesce, almeno, ad inquadrarle e, grazie a un acume concesso a poche penne contemporanee, anche ad analizzarle insieme al lettore.
Un poderoso velo di mistero è destinato ad essere ottenebrato da un forte olezzo di sacralità, la profezia si deve compiere e ogni tassello troverà l’incastro a cui è predestinato.
La penna dell’autrice sa mettersi a disposizione della prosa, perciò essere anfetaminica nelle scene dove domina l’azione, per poi indossare un tono più dolce, accogliente, persuasivo, elegante e raffinato nelle parti in cui dobbiamo rallentare la velocità di lettura e ponderare, insieme alla protagonista e talvolta anche con la stessa autrice.
Sarà difficile per ogni lettore non trovare empatia per questi personaggi, vividi, modellati con cura, floridi e sinuosi sotto svariati aspetti. Costoro sanno prendere una distanza notevole da tutti quegli altri personaggi, che ormai popolano sempre di più la letteratura fantastica: stereotipati e così spigolosi che sembrano tagliati con l’accetta.
Sogno, natura, amore, sfide e lealtà sono tutti ingredienti che trovano un dolce connubio nel calderone narrativo e ci regalano quest’opera che merita assolutamente di essere letta e apprezzata.
Dopo aver letto il libro, ho ascoltato anche la canzone rock, eseguita sull’orma del primo capitolo dell’opera dal compositore Perry Magnani e dalla stessa autrice, e ho trovato anche questa molto interessante e ben eseguita. Consiglio di ascoltarla in associazione alla lettura.
Mariateresa Rotola
(Autrice)
Da subito, e a "note vivide", emerge dal romanzo onirico di Elisabetta, il desiderio della protagonista di liberarsi dal senso di inadeguatezza che le pulsa dentro.
"Il mio pensiero tornò subito all’abisso. Se mi avesse buttata dalla rupe avrei evitato di vivere nella vergogna."
Via via che il racconto scorre, pare condurre con sé il senso di maturità che cresce nel cuore di Bethel, la protagonista appunto.
"Non dissi nulla. Mi limitai a sostenere coraggiosamente il suo sguardo vacuo. Non avevo più paura, né di lui né di quello che sarebbe successo. Vedevo che l’energia dai miei occhi andava ad accendere i suoi. Lentamente. Sensibilmente. Misteriosamente. I suoi pensieri risuonavano nel mio cuore, come echi delle lontane e delicate onde, come tremore dell’erba spazzata dalla brezza. Immobile e inerte. Non poteva certo immaginare che io mi sarei lanciata insieme a lui. Desideravo dargli la libertà e la pace, se ciò era in mio potere. Finalmente mi fidavo di lui, e una parte di me accettava che la mia stessa vita dipendesse da quell’uomo fatale."
Pare che l'autrice voglia velatamente portare l'attenzione del lettore (anche) su tematiche attuali, sebbene lo faccia per mezzo di una, delicata e al contempo esuberante, storia celtica. Tra queste tematiche rientra, ad esempio, il ruolo della donna moderna, ancora oggi oggetto di contestazioni laddove compia delle scelte non conformi a ciò che la società o la famiglia si aspetta: tanto accade alla protagonista del racconto che sebbene vanti una posizione di prestigio - quale quella di capo clan - è disapprovata perché non ha un marito bensì "solamente" un compagno.
"Quella grande creatura aveva imparato il linguaggio degli Dei, per poi imprigionarli. Non seppi mai come era potuta succedere una cosa così terribile. Immaginavo solo lontanamente la depravazione dei sentimenti che doveva serbare per giungere a un cotale misfatto, ma realizzavo che quell’atto sarebbe stato possibile solo a qualcuno con un immenso potere mentale e spirituale."
L’amore, tema inequivocabilmente centrale, parte da un sentire molto materico e tangibile fino a giungere a sensazioni più astrali, rarefatte e celestiali.
Bethel, in cui appare semplice immedesimarsi, sceglierà l'amore a fronte dell'amore: pare un rebus ma a chi non é capitato almeno una volta nella vita di doversi separare dall'amore..?
Preferisco non aggiungere altro ma ci tengo a sottolineare che si tratta di un racconto "tattile" e nonostante sia di fantasia riesce a catapultare nella realtà; è un libro molto intenso, a fronte pure di picchi di delicatezza che affiorano dalla penna dell'autrice ed è un volume che trasuda musicalità, tra l'altro a me molto cara, parola dopo parola, pagina dopo pagina, gesto su gesto, tra alti e bassi, le sonorità sono molto piacevoli e accompagnano le avventure e le decisioni delle creature.
Grazie all'autrice per lo splendido dono di lettura.
Recensioni
Tommaso Landini
(autore, Con il naso tra i libri)
DOVE E QUANDO: il romanzo è ambientato in un tempo e in un luogo altri rispetto a quelli reali
PROTAGONISTA: Bethel
COSA SUCCEDE: Bethel è il capo del clan dei Tallach; è inamorata di Makena, con cui convive. Su di lei grava una profezia, che prevede l'unione amorosa con un semidio. Ciò si verificherà nel corso della festa celtica di Lughnasadh, dove Bethel conoscerà il potente druido Vessagh, e si unirà a lui. Da qui parte un cammino che porterà Bethel ad un cammino ricco di novità, di spiritualità e intimità con la natura, spesso in contrasto con la vita precedente, fino al grande mutamento finale.
VE LO CONSIGLIO PERCHE': "Oltre l'abisso si presenta come un romanzo fantasy: in realtà, ad una prima lettura, sembra più qualcosa a metà tra il romanzo di formazione e il romanzo rosa. Larga parte del libro, infatti, è dedicata a descrivere la storia, anzi le storie, d'amore, e a delineare i mutamenti interiori e di vita della protagonista, Bethel. Più di questo, però, il problema di questo lavoro è un altro: le frequenti riflessioni filosofiche presenti lungo le pagine appesantiscono la narrazione, rendendo difficile in diversi punti andare avanti con scioltezza. In realtà, "Oltre l'abisso presenta alcuni punti di interesse: l'approfondimento delle dinamiche psicologiche dei personaggi, e l'opportunità che dà di conoscere vari aspetti della cultura celtica. Il finale, poi, è sorprendente, romantico e struggente al punto giusto. "Oltre l'abisso", insomma, è un piccolo fiore che, per poter sbocciare appieno avrebbe bisogno di essere potato e sfoltito.
Trisha Laine
(autrice, blogger Emozioni Imperfette)
Oltre l’Abisso è un romanzo onirico il cui tema portante è, a mio avviso, l’amore; un amore che lungo la lettura del libro muta e devolve dalla primitiva caratteristica materiale a quella più pura in assoluto. Il filo conduttore dell’evoluzione dell’amore è Bethel la protagonista, capoclan celta. Bethel, all’inizio rappresenta in tutto e per tutto la parte umana e sensibile dell’amore con il suo legame non benedetto dal matrimonio, con Makena e con il suo affetto profondo per il proprio clan. Ma ciò non basta perché una profezia la vuole generatrice di un semidio che porterà pace fra i diversi clan celti e onorerà gli Dei. Per generare un semidio, occorre che alla parte sensibile dell’amore si unisca quella più ascetica nella figura del druido Vessagh. Seguendo la profezia, i due, insieme, saltano nell’abisso (un precipizio sul mare) e concepiscono Jarlath. L’abisso, che per i saggi è l’espressione del volere degli Dei, per Bethel è un momento di catarsi: lei salterà ben due volte in esso e in entrambi i casi la sua essenza si modificherà: “Dopo il catartico salto la mia consapevolezza dei sentimenti e delle motivazioni, che come linfa muovono tutti gli esseri, si era acuita sempre di più e proprio questo aveva messo a nudo davanti ai miei occhi un’umanità gretta e malvagia, egoista (…)”. Si intensifica in Bethel una maggiore volontà di rifugiarsi nella Natura lasciando indietro i giochi di potere e le discussioni degli uomini. La nuova sensibilità di Bethel è odiata dal suo compagno Makena (simbolo dell’amore carnale) da cui non sa ancora separarsi. Nonostante la sua chiaroveggenza, neanche il druido Vessagh riesce a sondare i pensieri della donna nel momento in cui, con la seconda gravidanza, le si acuiscono la mente e la sensibilità.
Nonostante l’amore per Makena, Bethel contrae matrimonio con Vessagh (simbolo della comunione con la volontà degli Dei) e l’unione con la parte ascetica dell’amore sviluppa ulteriormente le sue capacità poiché si crea un equilibrio tra la parte fisica e spirituale dell’amore che porta sia Vessagh che Bethel a ricongiungersi con l’armonia dell’Universo.
Il secondo tuffo nell’abisso, imposto dai saggi dei clan, è la quintessenza della catarsi: mentre per gli uomini semplici esso è solo foriero di morte, per Bethel è luce, cambiamento: “L’impatto con i flutti aveva reso tutto nuovamente chiaro. (…) Ora sapevo che seguire le mie intuizione era la via verso l’illuminazione, un percorso scevro da sensi di colpa (…). Consapevolezza di sé, tutto il resto sono convenzioni”. Questo amore che cambia facendosi sempre più trascendentale, nella parte finale (quando Bethel lascia fisicamente la terra) raggiunge il suo apice e da “essenza” diviene anche “dissolvenza” di suoni (terreni) in un unico Suono Universale, che ancora e sempre è “Amore”, “Armonia Celestiale”.
Libro intenso, in cui si viaggia nel corso della lettura, dal sogno alla percezione dell’Energia pura.
Ho fatto un sogno - GMRS Production di Giovanna Marchetti
Intervista con Giuseppe Mancusi - ABC Radio
Recensioni
Beniamino Malavasi
(autore, ilcircolofozio.altervista.org)
Curiosando in “Rete” si scopre che dal capitolo primo del romanzo de quo, intitolato “Oltre l’abisso. Gioventù”, è stata tratta un’opera rock.
E se si fosse trattato di opera lirica che abbinamento si sarebbe potuto fare con i personaggi creati da Tagliati?
Quanto alla protagonista Bethel, la capoclan dei Tallach, l’associazione potrebbe essere:
“Gelo che ti dà foco e dal tuo foco più gelo prende! / Candida ed oscura! Se libero ti vuol ti fa più servo. / Se per servo t'accetta, ti fa Re!" / Su, straniero, ti sbianca la paura! E ti senti perduto!”
In altre parole: la principessa Turandot (dall’omonima Opera pucciniana).
Il primo compagno di Bethel, Makena, potrebbe essere il Mario Cavaradossi (pure lui pucciniano) che, ormai prossimo alla morte, canta:
“E lucevan le stelle, / Ed olezzava la terra / Stridea l'uscio dell'orto / E un passo sfiorava la rena. / Entrava ella fragrante, / Mi cadea fra la braccia. / O dolci baci, o languide carezze, / Mentr'io fremente le belle forme disciogliea dai veli! / Svanì per sempre il sogno mio…”
Ma è Vessagh, deus ex machina della vicenda, a rivestire il ruolo più complesso, costringendo l’immaginazione a combinare vari soggetti: dai fratelli Mime e Alberich, passando per Parsifal (il “puro folle”) – tutti soggetti wagneriani – per finire a colui del quale si disse:
“Il suo nome è Amore”
Ovvero il principe Calaf… (ah Puccini, Puccini!!!)
Accantonando per il momento il mondo del “recitar cantando” per tornare a quello della scrittura, cosa si può dire di “Oltre l’abisso”?
La copertina informa il lettore che, quello che ha di fronte, è un “Romanzo onirico”.
Trattasi di accostamento “forte”: invero, al concetto di “ampio componimento narrativo, fondato su elementi fantastici o avventurosi, su grandi temi sociali o ideologici, sullo studio dei costumi, dei caratteri o dei sentimenti” (“Romanzo” secondo la definizione espressa dal Vocabolario Zingarelli ed. 2000) si somma quello di “relativo o simile ai sogni” (“Onirico”, Vocabolario Zingarelli, cit.).
Ed è proprio così.
Elisabetta Tagliati offre al lettore un libro potente, dove l’Io intimo si pone in continuo conflitto con l’Io esterno, dove l’Io totale è alla ricerca della Via, della Strada, tra Realtà quotidiana e Realtà mistica – gli Dei che “parlano” tramite sogni, anzi, visioni.
È difficile da credere che “Oltre l’abisso” sia opera prima dell’Autrice carpigiana; la ricchezza di linguaggio, la profondità di pensiero, le riflessioni auliche: tutte qualità che il più affermato degli scrittori le invidierebbe.
D’altra parte già il titolo del libro si rivela profetico: che cos’è l’”Abisso” se non il “noi stessi”, la nostra anima, la nostra mente, i nostri sentimenti? Ed ecco che Tagliati va “oltre” ciò, scandagliando il “dopo”, il sempre più profondo. E lo fa offrendo al lettore modelli diversi, scomodi, tormentati, secolari e credenti – Bethel, Makena e Vessegh – di abisso, di profondità, di esistenza. Modelli chiamati a confrontarsi fra loro e con la loro discendenza, nel bene e nel male, senza esclusione di colpi, senza che nessuno risulti pieno e unico vincitore (l’“Amore”?).
“Oltre l’abisso” va affrontato con calma, ponderando parola dopo parola. È l’esempio di testo nel quale il ritmo narrativo non può, non deve fungere da elemento valutativo dell’opera, proprio perché ciò che conta non è la velocità di lettura ma l’introspezione, l’interrogarsi.
“Vivere senza passione è come morire.
Ma più lentamente.”
Si legge nell’esergo; e di passione “Oltre l’abisso” è ricco, anzi, ricchissimo.
E dire che tutto ha inizio causa un sogno, anzi, una visione.
Buona lettura.
Recensioni
Anna Maria Bisceglie
(blogger Sognando con un libro in mano)
Un sogno rivelatore. Una profezia dormiente. Un salto oltre l’abisso. Un cuore diviso in due. Una metamorfosi sofferta, ma necessaria. Un legame inscindibile, ma nefasto. Un prezzo alto da pagare. Questi sono i tasselli fondamentali che compongono questa storia struggente e intensa. Bethel, la protagonista, nonché voce narrante, è la capoclan di una tribù costituita da persone bonarie e serene, dedite al lavoro e a vivere in pace. “Era una vita come quella degli alberi, semplice, armoniosa e vera..E io venivo amata per questo”. Bethel è riuscita, nonostante la giovane età e la sua inesperienza, a garantire al suo popolo la prosperità, non imponendo di credere in un Dio, ma riconoscendo loro il libero arbitrio di agire secondo coscienza. Difatti il suo popolo, libero da veti religiosi, osserva determinate festività, considerandole come un momento di pura creatività . Ma gli Dei chiedono il pagamento di un pegno, in quanto reputano Bethel non solo colpevole di aver mandato alla deriva la sua gente, ma anche di essersi deturpata di una macchia ancora più grave, ovvero quella di aver preferito vivere nel peccato, piuttosto che sposarsi col suo Makena: un capo dell’esercito amato e rispettato per i suoi valori , per il suo alto senso di giustizia e per la sua propensione al sacrificio per le persone da lui amate. Il legame tra Bethel e Makena è frutto di una ponderata decisione, sorta in modo naturale e reciproca. Makena è un uomo non legato alla spiritualità, pertanto, non ritiene, come Bethel, necessario ufficializzare la loro unione, perfetta e salda ai loro occhi. Tutto ciò è però destinato a cambiare il giorno di Lughnasadh, la solenne festività del raccolto, quando quattro tribù rivali si riuniscono in un preciso luogo, nei pressi della “sacra” rupe, per fraternizzare tra loro e stabilire una tregua nei giorni dedicati ai soli festeggiamenti e ringraziamenti agli Dei. In tale occasione, l’esistenza di Bethel viene sconquassata da visioni inquietanti, dove a parlarle sono gli Dei che richiedono il saldo del pegno per il suo comportamento “indegno”: l’adempimento di una antica profezia, secondo la quale a lei è riconosciuto il ruolo di essere la genitrice di un futuro semidio, colui che avrebbe riunito nella pace le varie tribù, riportandole a credere nel volere supremo degli Dei. Bethel si ritrova catapultata all’interno di un mondo fatto di ombre e confusione, dove il confine tra la realtà e il sogno è davvero sottile, e dove non è la sola a dover affrontare la terribile prova del salto dalla rupe, imposta per placare l’ira degli Dei. A condividere il suo stesso destino vi è Vessagh, un noto capo tribù, dalla personalità schiva e solitaria, con la fama di essere uno dei più grandi druidi viventi, che ha deciso di osservare il voto di castità in ossequio al suo ruolo mistico. Anche a Vessagh, come a Bethel, viene imposto di sovvertire tutte le sue certezze, di mettere a repentaglio la sua integrità morale e fisica, nonché l’autorità guadagnatasi nel tempo, ponendosi alla mercé di una donna sconosciuta. Né Bethel né Vessagh possono sottrarsi all’adempimento di una tale prova che avrebbe decretato, in caso di esito positivo, per lei la purificazione della sua anima e per lui , invece, il raggiungimento dell’illuminazione e dell’immortalità. Mai avrebbe immaginato Bethel che il suo assecondare il volere degli Dei per salvare dal peccato il suo popolo ed espiare così i suoi errori, l’avrebbe poi condotta verso un sentiero tortuoso, incerto e doloroso, dove a pagarne le conseguenze sarebbe stato, in primis, il suo cuore, ormai diviso per sempre tra l’amore puro e incondizionato verso Makena e quello trascendentale ed inarrestabile per Vessagh. Mai avrebbe pensato Bethel che il suo emergere “indenne” dall’abisso avrebbe decretato quindi la fine della sua vita precedente e l’inizio di una nuova, di una metamorfosi interiore vissuta in totale simbiosi con la Natura.
Dopo la sua decisione Bethel è diventata quindi la fautrice del suo nuovo destino, ma anche la carnefice delle sue scelte, che hanno richiesto, ancora una volta, il pagamento di un prezzo ancora più alto. Quale? Riuscirà mai ad avere finalmente pace l’anima di Bethel? Tanti i punti di forza di questo romanzo, definito dall’autrice un fantasy onirico! In primis ho trovato la sua penna estremamente forbita per via del linguaggio utilizzato ed impeccabile nelle descrizioni dei luoghi e nell’analisi introspettiva dei suoi personaggi. Ho amato il coraggio e la determinazione di Bethel, la fedeltà inespugnabile di Makena e la affascinante personalità di Vessagh, un mistico che concentra in sé forza, spiritualità ma anche fragilità. Una lettura fuori dagli schemi, ma potente nel narrare la forza dirompente e variegata di un sentimento, qual’è l’ Amore!
Recensioni
Diego Luis Mamani Carrizo
Premessa: conosco personalmente l'autrice. Detto questo sia il conoscerla mi ha aiutato nella lettura sia la lettura mi ha aiutato a conoscerla meglio.
Ma allora perché una persona qualunque che non ha mai avuto l'onore di incontrarla dovrebbe leggere il libro? Perché c'è molto per tutti.
I personaggi vengono introdotti come se ci si trovasse di fronte ad una normalissima narrativa ma in breve tempo ci tuffiamo nell'abisso ed i personaggi prendono a muoversi in un modo che sembra strano ed in effetti lo è. Essi sono simboli, figure che si muovono ed interagiscono l'un l'altra unicamente guidate dalle emozioni. Non hanno un io razionale, io ne ho trovato una sorta di interessante esperimento mentale di dove porterebbe il vortice interiore di emozioni che ciascuno ha se seguito senza un controllo o traduzione quindi non ha senso per me "prendersela" con i comportamenti dei personaggi perché che non siano razionali è il punto stesso. E ciò può anche fare qualche luce dentro sé stessi.
È un'opera interessante che ha dato spunti diversi a diverse persone. Quindi tu che hai perso tempo a leggere la mia breve recensione, cosa ci troverai?